Una risoluzione elettorale che non ferma il genocidio mentre Assange viene condannato per aver rivelato crimini di guerra

Una risoluzione elettorale che non impedisce ad Israele di continuare ad affamare e bombardare i palestinesi mentre viene confermata la condanna ad Assange per aver rivelato crimini di guerra. Le responsabilità degli Stati terzi ai sensi della Convenzione sul genocidio. USA, Regno Unito, e UE complici del genocidio in corso. Articolo di Francesco Cappello

27 Marzo 2024 di Francesco Cappello. Fonte originale

È etico, lecito, legale continuare a collaborare con uno Stato in odore di genocidio? Certamente no! La decisione dell’Italia di tagliare i fondi all’UNRWA, la principale agenzia per gli aiuti umanitari ai palestinesi, su richiesta di Israele e continuare la cooperazione militare con lo Stato ebraico (1) malgrado Tajani la neghi, costituisce una violazione del dovere di prevenire il genocidio ed una prova della complicità dell’Italia nel genocidio in corso così come stabilito dall’ordinanza dello scorso 26 gennaio, emessa dalla Corte di Giustizia Internazionale dell’ONU.

Una risoluzione elettorale, non permanente, limitata al periodo del Ramadan

I sondaggi statunitensi condannano il consenso e gli aiuti di Biden all’azione genocidiaria della dirigenza israeliana ed ecco che gli USA corrono ai ripari non ponendo il veto ma astenendosi.
È, però, uno specchietto per le allodole. Nel pomeriggio del 25 marzo 2024, il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite ha approvato la prima risoluzione a favore del Cessate il Fuoco nella Striscia di Gaza, per il mese del Ramadan, che porti ad un “cessate il fuoco duraturo e sostenibile” e chiede il rilascio di tutti gli ostaggi con 14 voti favorevoli e l’astensione degli Stati Uniti. Tuttavia, il rappresentante russo ha notato con preoccupazione l’assenza del termine “Permanente” all’interno della risoluzione, suggerendo il rischio che, al termine del Ramadan e della liberazione degli ostaggi che è l’altra condizione del cessate il fuoco, la popolazione di Gaza possa essere decimata dagli attacchi dell’esercito israeliano e da una successiva invasione di terra a Rafah con i sopravvisuti deportati definitivamente dalla loro terra verso il mediterraneo magari utilizzando il porto galleggiante che gli USA stanno costruendo a Gaza con i materiali di risulta delle rovine degli edifici bombardati della città, mischiati ai resti umani dei palestinesi, intrappolati tra le macerie dei bombardamenti.

La reazione, sceneggiata da parte israeliana, non si è fatta attendere. Il ministro per la Sicurezza nazionale Itamar Ben-Gvir ha dichiarato che: “La decisione del Consiglio di sicurezza dimostra che le Nazioni Unite sono antisemite e il loro Segretario generale è antisemita e incoraggia Hamas“.

Il senatore democratico indipendente, Bernie Sanders, commenta riferendo che: “Netanyahu è sconvolto. Ha annullato una delegazione a Washington perché gli Stati Uniti si sono astenuti dall’approvare una risoluzione che chiedeva un cessate il fuoco. Ma non è così sconvolto da rifiutare 3,3 miliardi di dollari in denaro dei contribuenti per finanziare la sua guerra immorale. Non più soldi a Netanyahu per far morire di fame i bambini palestinesihttps://t.me/PalestinaHoy/15934“.

Al 170° giorno di genocidio risultano 27 bambini morti di fame

Biden, mentre fornisce armi miliardarie e missili ed esplosivi di ogni forgia ad Israele (lo fanno anche Meloni e Crosetto) per assassinare i poveri palestinesi della Striscia, promette di costruire un porto galleggiante per fare arrivare aiuti umanitari. Nel frattempo viene sceneggiato il lancio di viveri paracadutati per qualche migliaio di persone, a fronte delle necessità di più di due milioni di sfollati a cui manca tutto, con lanci spesso finiti in mare, procurando oltretutto annegamenti tra i palestinesi che ne hanno tentato il recupero. Si muore letteralmente di fame, sete, mancate cure (ospedali bombardati), epidemie, carestia ecc. Nel frattempo viene impedito l’ingresso a qualche migliaio di Tir bloccati da Israele… pieni zeppi di aiuti di ogni tipo, provenienti da ogni parte del mondo. Dal giorno in cui c’è stato il primo pronunciamento della Corte di giustizia dell’ONU, lo scorso 27 gennaio, Israele ha, infatti, praticamente impedito l’ingresso di beni essenziali nella Striscia di Gaza. Solo in un contesto di cessazione permanente del fuoco e di pieno ripristino dell’afflusso dei beni essenziali nella Striscia, la popolazione sfollata potrà ricevere gli aiuti più essenziali alla sua sopravvivenza. La Starvation (affamare la popolazione) usata come arma di guerra è un evidente azione genocidiaria. La decisione di bloccare i convogli con gli aiuti alimentari diretti al nord impone la carestia alla popolazione palestinese.

Ricordiamo che, in pratica, tutto il mondo occidentale è complice del genocidio in atto. L’azione genocidiaria poteva infatti essere bloccata da subito imponendo sanzioni a 360 gradi ad Israele e non solo su armi, munizioni ed aiuti finanziari. Non a caso sono stati gli Houthi dello Yemen, uno dei paesi più poveri al mondo, a cercare di realizzarle parzialmente, via mare, con i mezzi che sappiamo, attirandosi i bombardamenti di ritorsione delle coalizioni occidentali sul proprio territorio.
Oltretutto il rispetto della prima ordinanza della Corte Internazionale di Giustizia dell’ONU (CIG) ha imposto la non collaborazione con Israele. Ricordiamo che gli obblighi giuridici ordinati dalla CIG non vincolano soltanto Israele ma anche gli stati terzi.
A trenta giorni dal 26 gennaio, data di emissione dell’ordinanza, Israele ha consegnato la sua prima relazione alla CIG intorno ai suoi impegni di prevenzione delle azioni genocidiarie. Essa non è leggibile in quanto secretata. Tuttavia è sotto gli occhi di tutti il mancato rispetto delle misure cautelari a cui Israele avrebbe dovuto attenersi.
Il Sudafrica ha nel frattempo presentato un’ulteriore richiesta di misure cautelari contro la starvation messa in atto da Israele chiedendo espressamente alla CIG di imporre il cessate il fuoco essendo che la distribuzione di beni essenziali alla popolazione di Gaza non può avvenire sotto i bombardamenti. La CIG dovrà perciò pronunciarsi in merito. Ci si aspetta inoltre che il Sudafrica nel frattempo possa contestare il mancato rispetto delle misure cautelari dinanzi al Consiglio di Sicurezza dell’ONU il quale potrebbe intervenire per evitare una escalation a livello regionale in tutto il Medioriente. In questo caso un eventuale veto statunitense sarebbe esercitato contro le misure cautelari della stessa Corte di Giustizia dell’ONU…

Ricordiamo anche l’altro procedimento presso il Tribunale Internazionale voluto dal Nicaragua nei confronti della Germania ritenuta complice di atti genocidiari rea di continuare a vendere armi ad Israele. [Vedi il mio Italia collaborazionista? Suggeriamo al Nicaragua di aggiungere l’Italia ai quattro paesi, in maggioranza europei, nei confronti dei quali ha avviato un procedimento legale presso l’ICJ accusandoli di complicità nel genocidio contro il popolo palestinese a Gaza]. Si tratta di responsabilità per obbligo di prevenzione e/o complicità codificate nella prima ordinanza del 26 gennaio (vedi qui, video documento) che facendo riferimento alla Convenzione sul genocidio del 48, ha riconosciuto la plausibilità dell’accusa di atti di genocidio da parte di Israele, nei confronti dei popolo palestinese seppure non sia stata ancora emessa una sentenza definitiva.

Il nostro paese è tre volte complice degli atti genocidiari in corso:

  1. la cooperazione militare con Israele (vedi Da vent’anni li aiutiamo a compiere i peggiori crimini);
  2. la partecipazione del nostro paese al taglio dei finanziamenti dell’UNWRA;
  3. il tentato furto del gas palestinese (vedi Genocidio con furto. Nel mirino i corvi e gli avvoltoi dell’ENI che volteggiano su Gaza Marine).

Alcuni dei benefici effetti dell’Ordinanza della CIG

Malgrado Israele continui ad ignorare le misure cautelari imposte dalla CIG, tuttavia l’azione giudiziaria avviata dal Sudafrica ha già i suoi primi effetti e non potrà non averne nel medio e nel lungo periodo a cominciare dai tanti ricorsi avviati contro i governi come ad esempio in Gran Bretagna contro la vendita di armi ad Israele e l’orientamento in tal senso del governo canadese. Ad esempio la Spagna ed il Parlamento regionale della Vallonia (Belgio) hanno sospeso la vendita di armi ad Israele; così la compagnia giapponese Itochu che ha interrotto i rapporti con la israeliana Elbit Systems a seguito della sentenza della CIG e l’ordine della Corte di appello olandese allo Stato di cessare ogni effettiva esportazione e transito di parti degli F-35 utilizzati da Israele per bombardare la popolazione civile di Gaza.
Il Sudafrica, tra l’altro, ha deciso di perseguire e arrestare, con immediata revoca della cittadinanza, coloro che avendo doppia cittadinanza sudafricana-israeliana combattono nelle Forze di Difesa Israeliane, contro la Palestina. In Germania è stata presentata una denuncia contro Scholz e altri membri del suo governo per complicità con Israele nel genocidio in atto a Gaza. In Norvegia il più grande fondo di investimenti del mondo ha deciso di escludere due gruppi israeliani perché accusati di essere coinvolti nello sviluppo di insediamenti illegali di coloni in Palestina. In Svizzera, il presidente israeliano Isaac Herzog, è stato querelato da un gruppo chiamato “Azione legale a contrasto dei crimini contro l’umanità”. Il Centro per i Diritti Costituzionali ha intentato una causa contro il Presidente degli Stati Uniti Joe Biden, il Segretario di Stato Antony Blinken e il Segretario alla Difesa Lloyd Austin per mancata prevenzione e complicità nel genocidio.
Quattro paesi, Spagna, Malta, Slovenia e Irlanda hanno rilasciato una dichiarazione congiunta e hanno annunciato la loro intenzione di riconoscere la Palestina come Stato indipendente.

Su un altro versante l’assemblea generale delle Nazioni Unite ha chiesto alla CIG di pronunciarsi anche in merito all’occupazione della Cisgiordania e di Gerusalemme Est. Il 19 febbraio sono così iniziate le relative udienze riguardanti la legalità dell’occupazione israeliana dei territori palestinesi in corso dal 1967. Ben 52 i paesi che hanno fornito testimonianze, un numero senza precedenti. Solo tre dei 52 si sono espressi a favore di Israele. Questa è la prima volta che il tribunale più autorevole del mondo sia stato chiamato a esprimere un parere consultivo su questa decennale, quanto fondamentale, questione. Pur trattandosi di un procedimento non vincolante, analogo al pronunciamento sull’illegalità del muro in cisgiordania del 2004, la CIG è, in pratica, chiamata a pronunciarsi, per la prima volta, sull’illegalità del sistema di occupazione israeliano dei territori palestinesi, occupati abusivamente e permanentemente, al chiaro fine di annessione degli stessi e del relativo sistema di apartheid di cui è quotidianamente vittima, da decenni, la popolazione palestinese.

L’omertosa corte penale internazionale (CPI)

Come è noto, la vergognosa corte penale internazionale (CPI) [da non confondersi con la corte di giustizia dell’ONU (CIG)] che ha giurisdizione sovranazionale e può processare individui (non Stati) responsabili di crimini di guerra, genocidio, crimini contro l’umanità, crimine di aggressione, con il suo attuale procuratore capo, il britannico Karim Asad Ahmad Khan, eletto nel giugno 2021, chiaramente al servizio del corrotto Occidente, si è per ora limitata a emettere due ridicoli mandati di arresto per il Presidente russo Vladimir Putin e la sua Commissaria per i diritti dei fanciulli, Maria Alekseyevna Lvova-Belova con l’insostenibile accusa che si sarebbero macchiati di deportazione illegale e trasferimento illegale di bambini dall’Ucraina occupata alla Russia. I bambini sono stati in realtà sottratti agli attacchi ucraini in Donbass. Si è trattato di bambini rimasti soli e ricongiunti alle famiglie quando possibile. Ebbene, rispetto a quanto accade in Palestina, la stessa Corte si limita alla condanna urlata degli attacchi del 7 ottobre da parte di Hamas mentre si mostra colpevolmente cieca davanti all’orrore quotidiano a Gaza. Non vede i crimini internazionali di Israele né il genocidio in corso, né l’assassinio sistematico dei bambini palestinesi che per la CPI sembra non avere né mandanti né fautori.

Francesca Albanese nominata dalle Nazioni Unite dice di aver scoperto che ci sono “fondati motivi” per ritenere che Israele stia commettendo un genocidio nella Striscia di Gaza. Ha affermato che ci sono chiare indicazioni che Israele abbia violato tre dei cinque atti elencati nella Convenzione sul genocidio delle Nazioni Unite. “È mio dovere solenne riferire il peggio di ciò di cui l’umanità è capace e presentare le mie scoperte”, ha detto martedì al Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite Francesca Albanese, relatrice speciale delle Nazioni Unite sui diritti umani nei territori occupati.

Se questa è una guerra. I numeri del GENOCIDIO in corso a Gaza

170 giorni di genocidio (dati ministero Sanità Gaza) -2.848 massacri commessi dall’esercito di occupazione. -39.226 tra assassinati e dispersi. -32.226 assassinati arrivati negli ospedali. -14.280 bambini assassinati. -27 bambini sono morti di fame. -9.340 donne uccise. -364 personale medico ucciso. -48 assassinati della Protezione Civile. -136 giornalisti assassinati. -7.000 dispersi, il 73% dei quali sono bambini e donne. -74.519 feriti. -11.000 feriti devono essere trasferiti in altri paesi per essere curati. -17.000 bambini vivono senza i genitori o uno di loro. -11.000 feriti con necessità di spostamenti per cure. -10.000 malati di cancro corrono il rischio di morte. -700.000 pazienti con malattie infettive. -8.000 casi di infezione da epatite virale. -60.000 donne incinte a rischio. -350.000 pazienti con malattie croniche senza adeguato controllo e trattamento. -269 personale sanitario rapito. -12 giornalisti rapiti. -2 milioni di sfollati. -100 scuole e università sono state completamente distrutte. -305 scuole e università parzialmente distrutte. -224 moschee completamente distrutte. -290 moschee parzialmente distrutte. -3 Chiese attaccate e distrutte. -70.000 case completamente distrutte. -290.000 case parzialmente distrutte. -70.000 tonnellate di esplosivo sganciate da Israele. -32 Ospedali fuori servizio. -53 centri sanitari fuori servizio. -155 istituzioni sanitarie sono state parzialmente attaccate. -126 ambulanze distrutte. -200 siti archeologici e del patrimonio distrutti.

DIRITTO ALL’AUTODIFESA?

Il diritto all’autodifesa da parte di uno Stato occupante è una contraddizione in termini secondo il diritto internazionale.
Oltretutto, istruire deliberatamente all’uccisione sistematica di bambini, donne ed anziani, come fa il rabbino Eliyahu Mali, una sorta di sionista teonazista, la cui scuola ebraica per lo studio della Torah è sponsorizzata e finanziata dal governo Netanyahu, può essere considerata una legittima azione educativa e preventiva all’autodifesa?

disponibile il doppiaggio in italiano

Vi sono però ebrei ortodossi, compresi diversi rabbini, che rifiutano tale visione quale espressione del sionismo e denunciano con fermezza e determinazione la strage dei palestinesi.

un esempio di esercizio dell’autodifesa israeliana

Chiediamo se
uccidere 364 medici, mettere 32 Ospedali e 53 centri sanitari fuori servizio, attaccare 155 istituzioni sanitarie, distruggere 126 ambulanze, rapire 269 membri del personale sanitario, negando qualsiasi livello di assistenza sanitaria sia esercizio del diritto all’autodifesa.
Chiediamo se
stuprare donne incinte, sparare su persone affollate intorno a quei rarissimi beni di sopravvivenza che riescono a varcare la frontiera sia legittima difesa?
Chiediamo se
il rapimento e l’uccisione di giornalisti o degli operatori della protezione civile sia giustificabile quale esercizio di legittima difesa.
Chiediamo se
la distruzione di scuole e università, moschee, chiese, orfanatrofi, abitazioni civili, infrastrutture primarie con 70.000 tonnellate di esplosivo sganciate sulla Striscia siano operazioni legittimabili dal presunto diritto all’autodifesa.
Chiediamo se
bombardare e/o spianare campi profughi sia giustificabile per legittima difesa.
Chiediamo se
l’uso di armi proibite come il fosforo bianco o le bombe Jdam a guida satellitare da una tonnellata che scavano, in ambiente urbano, enormi crateri, sia giustificabile per legittima difesa.


Almog Cohen, un politico sionista e membro del parlamento dell’apartheid per il partito “Potere Ebraico” (un partito guidato dal ministro della Sicurezza Nazionale di Netanyahu, Itamar Ben Gvir), chiede di invadere Rafah durante il Ramadan e di uccidere i palestinesi quando sono deboli.

Dobbiamo schierare l’esercito a Rafah. Dobbiamo attaccarli quando sono stanchi e deboli, dobbiamo rompere loro le ossa. Il digiuno del Ramadan è il momento migliore per ucciderli, non mi dispiace per loro“.24 ore dopo la decisione del Consiglio di Sicurezza dell’ONU di cessare il fuoco, Israele bombarda Rafah

Chi avesse sufficiente coraggio visioni periodicamente il canale Telegram Palestina Hoy ove si documenta in tempo reale il genocidio in corso, 24 ore su 24
https://t.me/PalestinaHoy

“Non sentite l’odore del fumo?” era il titolo di un poema di Danilo Dolci dedicato all’ignavia diffusa mentre era in in corso l’olocausto nazista.
Ora ci è chiaro come, pur sapendo, si potesse quotidianamente rimuovere il genocidio in corso nei campi di concentramento nazisti…
Noi, rappresentanti della società civile, certamente non ci rassegniamo. Abbiamo il dovere di mobilitarci contro il genocidio! (vedi Mobilitiamoci contro il genocidio)
Un invito a ciascuno a firmare la propria adesione alla Campagna di mobilitazione iscrivendosi al canale Telegram https://t.me/Mobilitiamocicontroilgenocidio.

(1) Vedi Il fuoco della Marina israeliana contro Gaza e il ruolo delle aziende italiane
vedi anche Da vent’anno li aiutiamo a compiere i peggiori crimini

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